Eccomi qui, per scrivere il mio primo post dal Gabon. Ragazzi, che schock culturale, ambientale e sociale arrivare fin qui. Ma Partiamo dall'inizio.
Sveglia all'alba e taxi fino a Caselle. Tratta veloce fino a Parigi CDG. Ricerca del terminale e della navetta giusta e, con largo anticipo, arrivo al gate per Libreville. Sono il primo ad arrivare.
Dopo mezz'oretta arrivano Giuseppe e Massimiliano (Max), i ragazzi di TLSL che saranno i miei compagni di viaggio principali. Si chiacchera e si scherza e viene l'ora di imbarcarci. Del ragazzo di ESA (Juan, detto "U Curto" ) che sarà il nostro "supervisore" nessuna traccia. Proviamo a contattarlo telefonicamente senza successo. Desistiamo e saliamo a bordo. Proprio mentre si stanno chiudendo le porte dell'aereo lo vediamo zampettare tutto trionfante e madido du sudore. L'aereo da Francoforte era in super ritardo. Il team è al completo: si parte.
Le dune del Sahara ci danno il benvenuto in terra africana.
La vista sulla giungla e sulle baracche sparse ci conferma l'arrivo in Gabon. Inizia la discesa che, anche questa volta, mi infligge (e affligge) la stessa strana sensazione che avevo provato a Luglio (= Dove siamo finiti?).
Atterrati "on time." La scaletta dell'aereo ci avvolge da quanto di meglio può offrire la stagione delle piogge: é nuvolo, fa caldissimo e manca l'aria, umidità a palla. Sarà che sono partito da Torino con qualche grado sottozero, ma mi ci vorrà un po ad ambientarmi. (Mi sento un pinguino all'equatore).
In aeroporto i passeggeri vengono bloccati da due signore in camice bianco che ti puntano un termometro elettronico sulla fronte. Capiamo che è tutta fuffa, probabilmente sono solo dei termometri giocattolo messi li tanto per fare scena. Segue il controllo del libretto giallo (vaccinazione febbre gialla), controllo passaporti, piccolo interrogatorio, difficoltà a capire come si scrive ALTEC da parte del solerte impiegato gabonese di turno e infine timbro di ingresso nel paese.
Al recupero bagagli è tutta da ridere. C'è un delirio assurdo. Il culmine viene raggiunto quando uno schermo LCD nella sua scatola di cartone blocca l'uscita del carosello e la coda dei bagagli. Ma chi cavolo ha spedito uno schermo LCD da migliaia di pollici da Parigi in Gabon? Gran parte dei bagagli sono gigantesche borse di plastica chiuse con lo scoth che finiscono inevitabilmente per aprirsi e fare uscire il loro contenuto. La scena è quella di un suk marocchino.
Dopo circa un'oretta recuperiamo tutti i bagagli (a parte Juan, che rimane orfano di una piccola valigia). Usciamo dall'aeroporto e il signore di Europcar con il cartello (Mr. Bussi) è pronto ad aspettarmi per lasciarmi la macchina (grazie Ale, alla fine il problema dell'auto si è risolto alla grande). L'omino gabonese accetta il voucher senza fare una piega (questa volta ci è andata bene e non abbiamo dovuto tirare fuori tutto il denaro in contanti). Mi annota pure il suo numero di telefono e mi dice di chiamarlo in caso di problemi (Grazie signore grazie, grazie!).
La macchina è fantastica. Toyota Santa Fe, un bel suv nuovo di pacca. Questa volta abbiamo imparato la lezione: controlliamo che tutti i documenti dell'auto siano ok per evitare brutte sorprese con la polizia. L'ultima volta la "carte de validitè" non era stata aggiornata e non vi sto a raccontare i dettagli di quando la gendermerie ci ha bloccato. La storia di quel capitoto è già stata scritta è non rimane tra i miei ricordi migliori.
Abituato alle dimensioni della Grande punto mi sembra di guidare lo Space Shuttle. Fiduciosi di ricordarci la strada per l'albergo, al secondo incrocio ci accorgiamo di aver fatto qualche cazzata e ci ritroviamo "in the middle of nowhere", quando in realtà dovevamo seguire la strada che costeggia il mare. Per farla breve, tra controlli, bagagli e cazzate varie: aereo atterrato alle 17:30 e arrivo in albergo alle 21:00 inoltrate.
Abituato alle dimensioni della Grande punto mi sembra di guidare lo Space Shuttle. Fiduciosi di ricordarci la strada per l'albergo, al secondo incrocio ci accorgiamo di aver fatto qualche cazzata e ci ritroviamo "in the middle of nowhere", quando in realtà dovevamo seguire la strada che costeggia il mare. Per farla breve, tra controlli, bagagli e cazzate varie: aereo atterrato alle 17:30 e arrivo in albergo alle 21:00 inoltrate.
Segue check-in lentissimo in albergo, controllo dei pre-pagamenti, etc etc....Anche questa volta ad avere la peggio è proprio il piccolo Juan. C'è stato un disguido nella sua prenotazione e per stasera non ha la camera. Ne paga in contanti un'altra e filiamo tutti nelle nostre stanzette. Anche lui ha avuto un bell'assaggio delle lentezze e dei modi di fare gabonesi e non l'ha presa affatto bene (avrà tempo e modi di capire come funziona il paese).
Doccia, cena, pillola anti malaria, e nanna. La situazione zanzare è decisamente peggiorata rispetto a Luglio (stagione secca). Bisognerà fare attenzione. Domani l'autan sarà il nostro migliore alleato.
In ogni caso vado a dormire sereno. Ho con me "Amuchina Gel Mani" che a detta di mia madre è l'unico strumento efficace per affrontare un viaggio e un'esperienza di questo tipo. Non essendosi quasi mai allontanata dal nostro paesino astigiano e, non avendo mai preso neanche un'autostrada in vita sua, si considerare una massima esperta di viaggi dell'avventura. #mammastaiserena
Domani partiremo alla volta di N'Koltang, per arrivare alla Ground Station del CNES. Ci si vede da Mario (prima o poi), come al solito....ma di Mario parleremo un'altra volta.
Grazie al cielo domani si lavora. Buonanotte Torino.
Grazie al cielo domani si lavora. Buonanotte Torino.
ciao Diego, in bocca al lupo per tutto ! bella questa idea del blog, sono molta contenta di poter seguire le tue avventure in Gabon. per quanto possibile, ti terremo aggiornato anche delle nostre avventure qui, a Torino ;-).
RispondiEliminaun abbraccio, Filomena
Straordinario, Diego!!! Non vedo l'ora di leggere il prossimo post! :) @davda_
RispondiEliminaHo le lacrime agli occhi... ti abbiamo visto crescere e ci hai lasciato senza nemmeno offrirci una colazione. Mi sembra ieri che con quelle manine mi dicevi... capo cos'è quella ? E' un antenna figliolo, serve per trasmettere dei segnali elettromagnetici... e adesso invece riesci a campionare un segnale analogico trascrivendolo in binario su un foglio di carta.. ne hai fatta di strada...
RispondiEliminaFirmato:
Il proprietario di una punto grigia
@ il proprietario di una punto grigia:
EliminaSo dove abiti e prima o poi torno. La colazione ve l'ho offerta prima di partire...quindi zero lamentele.
Per tutto il resto: mi mancate già! :)